Venerdì 5 febbraio 2021

Agli Operatori Sanitari dell’Arcidiocesi

XXIX Giornata del Malato

Prendersi cura: «Và e anche tu fa lo stesso» (Lc.10,37). Con questa espressione  che riprendo dalla traccia pastorale che quest’anno ho affidato  alla  nostra diocesi di Taranto vengo a voi come padre per esprimere tutta la mia vicinanza a voi samaritani che vi prendete cura dei nostri fratelli più deboli e provati da questa pandemia. Ma, soprattutto, scrivo per dire il mio grazie, a tutti: medici, infermieri, operatori sanitari, cappellani, amministrativi e volontari, per la dedizione con cui vi state dedicando a chi si è ammalato.

Il vostro lavoro ci sta aiutando a comprendere che siamo chiamati a vivere non solo per noi stessi, che dobbiamo prenderci cura dei volti feriti delle persone e che, con l’impegno di ciascuno, la vita di tutti può essere tutelata e custodita.

Tutta la nostra comunità diocesana vi è riconoscente per la testimonianza che state offrendo di generosa  dedizione, consapevoli che, esponendovi in prima persona, molti di voi hanno contratto la malattia.

Grazie a voi, i nostri fratelli e sorelle ammalati vengono assistiti e possono ricevere la cura di una prossimità, di una parola buona, di un conforto che altrimenti non avrebbero.

Le mascherine che indossiamo  e gli altri mezzi di protezione, non possono impedire che la pietà cristiana e l’umana solidarietà siano comunicate.

Con il mio grazie, vorrei offrirvi anche una parola di speranza.  Prendo in prestito le parole di un poeta noto per la sua carriera politica di Presidente della Repubblica Ceca,  Vaclav Havel il quale scrive: «La speranza non è  la   stessa   cosa dell’ottimismo. Non si tratta della convinzione che una certa cosa andrà a finir bene, ma della certezza che quella cosa ha un senso, indipendente da come andrà a finire» .

Dobbiamo imparare a ricercare il senso di questa situazione e cioè costruire rapporti più fraterni e più umani. Sono sicuro che questa pandemia ci farà percepire questa speranza.

Affido tutti a Maria, da noi invocata con il titolo di Madonna della Salute, perché ci aiuti a prenderci cura gli uni degli altri.

Vi saluto e vi benedico

+ Filippo Santoro
Arcivescovo Metropolita di Taranto