Giovedì 1 aprile 2021

Preghiera dinanzi all’effigie dell’Addolorata

Chiesa di San Domenico in Taranto

Una settimana fa ero qui nella chiesa di San Domenico per presiedere quella che la confraternita chiama la “festa piccola” ovvero la celebrazione dei Sette Dolori di Maria. Mi sono sentito spiritualmente coinvolto e commosso nel ricalcare la strada del dolore di Maria che nelle ultime stazioni è presente nella via Crucis. La Madre del Signore ci insegna proprio questo, a ricucire i punti della propria esistenza attraverso un «eccomi» generoso e totale alla volontà di Dio. In «quel si compia in me la tua parola» è contenuta la forza misteriosa di mettere ogni dolore a frutto per il Regno di Dio, di trasformare ogni sofferenza in doglia per portare alla luce, per la crescita, per l’avvento del nuovo e del bello. Non a caso il primo dolore è l’annuncio di quella spada che ora vediamo trafiggere il cuore rosso portato nella sinistra di questa meravigliosa immagine. È un cuore ferito quello della Madre, ferito dal desiderio di avere a sé tutti i figli affidati dal Figlio Gesù.

Veniamo a chiedere a alla Madre di Dio che i dolori della nostra vita, gli innumerevoli dolori che stiamo imparando a conoscere in questa pandemia, mediante la nostra disponibilità, il nostro «eccomi» all’accoglienza della Parola viva di Dio, si allaccino nella corona di un unico rosario, i cui grani si trasformino da pietre dure della difficile prova che stiamo vivendo, in un cammino fiducioso che si apra alla speranza.

Venendo qui l’anno scorso cercai di interpretare la paura e la confusione: tutto era tremendamente nuovo ed eravamo (lo dissi con il salmo) attoniti e presi dal panico. Papa Francesco all’Angelus delle domenica delle Palme ha detto: «siamo entrati nella Settimana Santa. Per la seconda volta la viviamo nel contesto della pandemia. L’anno scorso eravamo più scioccati, quest’anno siamo più provati. E la crisi economica è diventata pesante.

In questa situazione storica e sociale, Dio cosa fa? Prende la croce. Gesù prende la croce, cioè si fa carico del male che tale realtà comporta, male fisico, psicologico e soprattutto male spirituale, perché il Maligno approfitta delle crisi per seminare sfiducia, disperazione e zizzania.

E noi? Che cosa dobbiamo fare? Ce lo mostra la Vergine Maria, la Madre di Gesù che è anche la sua prima discepola. Lei ha seguito il suo Figlio. Ha preso su di sé la propria parte di sofferenza, di buio, di smarrimento e ha percorso la strada della passione custodendo accesa nel cuore la lampada della fede. Con la grazia di Dio, anche noi possiamo fare questo cammino. E, lungo la via crucis quotidiana, incontriamo i volti di tanti fratelli e sorelle in difficoltà».

La prima volta che la via Matris si interseca con la via Crucis è quando la Madre di Dio incontra Gesù sulla via del Calvario. Quando ho meditato quel dolore erano vive le parole e le lacrime di tre figlie che hanno perso il papà di Covid e non lo hanno potuto salutare: sul suo calvario è morto da solo. Sicuramente ho pensato che la Madre di Dio, che lui ha pregato tante volte, gli sarà stata vicina. E con Lei il volto bello di Gesù.

In questo pellegrinaggio della Vergine Addolorata ho sempre inteso la mano provvidente di Dio che raccoglie i suoi figli come un’aquila la sua nidiata. Dobbiamo pregare Maria perché corra con le nostre preghiere vicino alle persone, vicino ai malati, vicino ai moribondi. Se siamo ancora qui e sono sicuro che chi ci guarda in questo momento, prova una profonda nostalgia perché non può essere presente, è perché crediamo nella forza della preghiera e nella potente intercessione dell’Addolorata. Crediamo a questa tenerezza, crediamo a queste lacrime. Già guardando quel volto giunge in noi il desiderio di essere migliori, perché si cresce quando siamo amati e l’amore di Dio, nello sguardo della vergine Maria, è un riflesso meraviglioso.

L’intercessione della Madre di Gesù ha fatto sì che il Signore cambiasse l’acqua in vino, un mutamento eccezionale verso la gioia e l’ebrezza della festa. Noi questa sera abbiamo recipienti colmi di spavento e di amarezza e voglio chiedere alla Madre di Dio perché interceda affinché il Maestro, la cui ora è ormai prossima, cambi lo spavento in stupore.

«In questa Settimana Santa – ci ha detto il papa –  alziamo lo sguardo alla croce per ricevere la grazia dello stupore. Lasciamoci stupire da Gesù per tornare a vivere, perché la grandezza della vita non sta nell’avere e nell’affermarsi, ma nello scoprirsi amati. Questa è la grandezza della vita: scoprirsi amati. E la grandezza della vita è proprio nella bellezza dell’amore. Nel Crocifisso vediamo Dio umiliato, l’Onnipotente ridotto a uno scarto. E con la grazia dello stupore capiamo che accogliendo chi è scartato, avvicinando chi è umiliato dalla vita, amiamo Gesù: perché Lui è negli ultimi, nei rifiutati, in coloro che la nostra cultura farisaica condanna”.

Strano parlare di stupore di questo frangente della storia, mentre tutto ridonda di pandemia, eppure ogni Triduo Santo è un cammino verso il farci stupire dall’amore. Non dobbiamo lasciarci spaventare dalla morte ma lasciarsi stupire dall’amore di Dio. Credo che in un anno come questo abbiamo capito che le cose non si trasformano da sé e nemmeno ci sono lezioni che contengono l’efficacia di renderci migliori. Qui veniamo umilmente ad affermare che abbiamo bisogno di Gesù e che abbiamo bisogno della sua mamma. Solo Dio ci può cambiare e salvare e

il fatto che Egli continui ad amarci sempre è per noi motivo di stupore che ci apre alla conversione e alla vita!

Desidero lasciare a perpetua memoria di questo pellegrinaggio 2021 una rosa d’argento innanzi al simulacro dell’Addolorata, chiedo la grazia che sia presto il segno di una grazia ricevuta, la fine della pandemia! un ex voto che offro prima perché sono certo che il Signore per intercessione della Vergine Maria esaudirà le nostre preghiere. Nella preghiera ho pensato a tutti voi e a nome vostro offro questa rosa alla nostra Madre:

Ricorro a Te,
Madre mia Addolorata,
per il Mondo,
per la città di Taranto,
per questa amatissima Confraternita e per tutto il nostro popolo.

+ Filippo Santoro
Arcivescovo