Martedì 14 gennaio 2020

L’incontro culturale in preparazione al convegno di Bari di febbraio 2020

Il saluto del Vicario episcopale per la Cultura

Carissimi amici.

Benvenuti e un caro saluto a tutti e anche buon anno.

L’Ufficio Cultura della Diocesi, in collaborazione con l’Ufficio Dialogo Ecumenico e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose , dedica questa sera, in preparazione al prossimo incontro di riflessione e spiritualità voluto dalla C.E.I. a Bari dal 19 al 23 febbraio 2020: “Mediterraneo, frontiera di pace”, un “martedì culturale” sul dialogo interreligioso.

Il tema che affronteremo è: “Le Religioni del mediterraneo per la fraternità dei popoli – L’incontro del Papa con il Re del Marocco”.

La visita di Papa Francesco in Marocco, avvenuta il 30 e 31 marzo 2019, è stata una pietra miliare che ha ulteriormente segnato il cammino di dialogo ecumenico che dal Vaticano II si è andato sempre più sviluppando e intensificando.

Abbiamo invitato Padre Manuel Corullón Fernández, Custode dei francescani in Marocco, che ha avuto l’incarico di organizzare la celebrazione della Santa Messa del Papa in Marocco, è un francescano che conosce molto bene il mondo musulmano sia per gli studi specifici che ha fatto a Roma e in Egitto, sia per aver condiviso durante 16 anni la sua vita e il suo operato con i fratelli e le sorelle musulmani.

Lo ascolteremo con grande attenzione e porgo a Lui i ringraziamenti più sentiti per aver accettato di essere con noi questa sera.

Oggi il pluralismo religioso è una realtà che si mostra, a ciascuno di noi, in tutte le sue sfumature culturali, etniche e sociali. Per questa ragione il dialogo interreligioso acquisisce una nuova valenza.

Dall’incontro del Papa Francesco con il Re del Marocco, Mohammed VI, attraverso i discorsi che hanno pronunciato, è emerso che solo da una reale conoscenza reciproca è possibile abbattere gli stereotipi. È un percorso che parte dalla propria identità, perché per coinvolgersi, senza paura, bisogna sentirsi sicuri delle proprie radici.

Ci manda un suo messaggio, il Nunzio a Rabat, S.E. mons. Vito Rallo, che lavora “sul campo”, con particolare attenzione, a questo dialogo interreligioso e che ha organizzato il viaggio del Papa in Marocco.

Vi leggo un passaggio che mi sembra interessante del suo messaggio:

“Sono molto lieto di poter trasmettere un breve messaggio indirizzato a te e a tutti coloro che parteciperanno alla suddetta conferenza. Il dialogo interreligioso è di una fondamentale importanza per il futuro delle nostre società perché non vi può essere una società composta da membri di diverse religioni i quali rifiutino il Dialogo interreligioso. Esso favorisce l’incontro che permette ai membri di differenti religioni di conoscersi, stimarsi, lavorare assieme nel rispetto reciproco e nell’amore vicendevole.

Tre orientamenti di base, se ben combinati, possono aiutare il dialogo:

Il dovere dell’identità, perché non si può costruire un vero dialogo sull’ambiguità o sacrificando il bene per compiacere l’altro;

Il coraggio dell’alterità, perché colui che è diverso da me, culturalmente e religiosamente, non dovrebbe essere visto e trattato come un nemico, ma accolto come un compagno di viaggio, con la ferma convinzione che il bene di tutti risiede nel bene di tutti;

La sincerità delle intenzioni. Perché il dialogo, come espressione autentica dell’umano, non è una strategia per raggiungere obiettivi secondari, ma un percorso di verità, che merita di essere pazientemente intrapreso per trasformare la competizione in collaborazione”.

Un fatto importante che ha segnato questo viaggio, perché è notevolmente rilevante, è stato l’Appello firmato da Papa Francesco e dal Re Mohammed VI su Gerusalemme, città santa e luogo d’incontro. “Riconoscendo l’unicità e la sacralità di Gerusalemme – è scritto sull’Appello – e avendo a cuore il suo significato spirituale e la sua peculiare vocazione di Città della Pace … Noi riteniamo importante preservare la Città santa di Gerusalemme come patrimonio comune dell’umanità e soprattutto per i fedeli delle tre religioni monoteistiche, come luogo d’incontro e simbolo di coesistenza pacifica, in cui si coltivano il rispetto reciproco e il dialogo”.

Per finire, mi piace rilevare un passaggio del discorso del Re:

“Noi, Re del Marocco facciamo da garanti del libero esercizio dei culti. Siamo il Comandante di tutti i credenti. Come Comandante dei Credenti, non posso parlare della Terra dell’Islam come se ci fossero solo musulmani. Vigilo, in effetti, sul libero esercizio delle religioni del Libro e lo garantisco. Proteggo gli ebrei marocchini e i cristiani di altri paesi che vivono in Marocco…

Il dialogo basato sulla “tolleranza” ha richiesto un tempo molto lungo e articolato, senza tuttavia raggiungere il suo fine. Le tre religioni abramitiche non esistono per tollerarsi, per rassegnazione fatalistica o accettazione altezzosa.
Esse esistono per aprirsi l’una all’altra e per conoscersi, in una coraggiosa gara per farsi del bene a vicenda”.

Il ministero profetico di Papa Francesco sta guidando la Chiesa su prospettive pastorali sempre nuove, con lungimiranza evangelica e con la sicurezza che gli viene dall’essere illuminato dallo Spirito.

 

 

don antonio rubino