Il primo Messaggio dell’Arcivescovo Coadiutore alla Chiesa di Taranto

 

 

Vallo della Lucania, 19 ottobre 2022

A S. E. Rev.ma Mons. Filippo Santoro,
Arcivescovo Metropolita di Taranto

Alla Chiesa di Dio che è in Taranto

Venerato e carissimo fratello,
ho    accolto   con    trepidazione,   ma    anche   con gratitudine e serena sollecitudine, la volontà del Santo Padre che, non per presunti meriti ma per sola benevolenza, dopo avermi chiamato, orsono undici anni, alla guida pastorale della diocesi di Vallo della Lucania, ora rinnova la chiamata destinandomi quale arcivescovo coadiutore a codesta venerabile e santa Chiesa tarantina.

Sin da ora dichiaro tutta la mia disponibilità a collaborare con la Sua amabile persona. So di poter confidare sulla Sua sapienza pastorale, frutto di un’esperienza maturata dapprima nel contesto dell’America Latina, con la vicinanza ai poveri e agli ultimi e poi consolidata nella conduzione dell’Arcidiocesi di Taranto, così ricca di fede e di risorse umane e spirituali, così ricca di tradizioni storiche e culturali, ma anche così afflitta da problemi sociali e ambientali. Potrò fare tesoro della Sua guida e del Suo insegnamento durante i mesi a venire e questo mi dona uno sguardo più sereno verso il prosieguo del lavoro apostolico nel quale mi sforzerò di profondere tutto il mio umile amore per Cristo, condizione essenziale per pascere la porzione di gregge che il Signore affida alle fragili spalle di coloro che sceglie per il ministero apostolico.

La prego, stimatissimo e venerato Confratello, di volerti fare tramite del mio saluto affettuoso a tutta la comunità ecclesiale: ai presbiteri, ai diaconi, ai religiosi e alle religiose, ai laici e laiche componenti il santo e fedele popolo di Dio. Da quando l’eccellentissimo Nunzio Apostolico mi ha trasmesso la volontà del Santo Padre vi porto già tutti nel mio cuore e nelle mie preghiere. In esso riservo un angolo particolare per gli ammalati e quanti vivono, per varie cause, disagi esistenziali e sociali di ogni sorta. Una preghiera particolare anche per i fanciulli, i giovani, le famiglie e gli anziani.

So di venire in una Chiesa che si distingue per il fervore della fede, per la vivacità pastorale con le sue molteplici attenzioni al contesto ecclesiale e sociale, per la ricchezza delle tradizioni culturali e della pietà popolare, coltivata con attenzione e amore. Vengo con la consapevolezza di avere tanto da apprendere da voi, ma anche con il cuore aperto a donare quanto ho ricevuto nella Chiesa di Napoli che mi ha generato alla fede e al ministero presbiterale e nel cui duomo ricevetti anche l’ordinazione episcopale e quanto ho maturato in questi undici anni di servizio episcopale nella diocesi di Vallo della Lucania, che ho imparato ad amare e da cui mi distacco non senza sofferenza, ma con immensa gratitudine per la disponibilità al cammino che il Signore ci ha concesso di compiere insieme.

Affido la mia interiore risposta alle mani paterne di Dio che ancora una volta mi invita a uscire e ad andare dove Lui mi porta, lasciandomi da Lui condurre nella sequela del suo Figlio crocifisso e risorto e nella luce dello Spirito. Confido nell’intercessione di Maria, stella dell’evangelizzazione, e dei santi Gennaro, Ciro, Pantaleone, Costabile e ora anche di san Cataldo, nostro patrono. Faccio molto affidamento sulle preghiere di tutti voi.

Nel Nome del Signore, a te, carissimo fratello vescovo, e a tutti una parola di saluto beneaugurante e benedicente.

+ Ciro Miniero
Arcivescovo Coadiutore di Taranto