Lunedì, 14 ottobre 2019

Intervento di Mons. Filippo  Santoro
al Sinodo dei Vescovi per l’Amazzonia

Dopo 27 anni di ministero in Brasile come sacerdote Fidei donum e come vescovo sono tornato in Italia nella cura pastorale della diocesi di Taranto, uno dei 51 (SIN), siti gravemente inquinati, ad elevato rischio sanitario. Appena arrivato ho visto presente anche da noi la devastazione ambientale causata da una economia che uccide. E il magistero del vescovo è stato interpellato continuamente nel cuore della crisi, che, come dice papa Francesco, è ambientale e sociale allo stesso tempo, causata da una concezione che guasta anche i rapporti umani che, invece di essere improntati alla solidarietà e al dono reciproco, sono plasmati dalla logica del dominio e dello sfruttamento.

Nella situazione dell’Amazzonia si verifica la capacità che il Vangelo e la Chiesa hanno di incidere con un annuncio di salvezza nella vita dei popoli e nella cura della Casa comune. Si verifica la capacità del Vangelo di essere un fattore umanizzante per mezzo della presenza dei discepoli missionari che condividono la condizione di questi popoli.

La fede in Cristo, Redentore del cosmo e della storia, propone nella Laudato si’ insieme ad una “Teologia della creazione” una “Teologia della redenzione” e ci spinge all’annuncio e alla costruzione di un nuovo stile di vita in cui si ristabilisca un rapporto positivo e non depredatorio tra uomo e natura. Nella “cosmovisione amazzonica” si accumulano i rapporti ma non il possesso individuale dei beni.

La “cosmovisione amazzonica” ha tanto da insegnare al mondo occidentale dominato dalla tecnologia molto spesso al servizio della “idolatria del denaro”. D’altro canto l’annuncio del vangelo e l’originalità della vittoria di Cristo sulla morte, nel rispetto della cultura dei popoli di questa terra è un elemento grande elemento umanizzante. L’annuncio esplicito della resurrezione di Cristo, dopo tempi adeguati di vicinanza e di condivisione della vita, è una grande ricchezza ed è essenziale anche per la cosmovisione amazzonica. Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2019, citando Benedetto XVI afferma: “Il Verbo di Dio, facendosi carne in Gesù Cristo, si fece anche storia e cultura. L’utopia di tornare a dare vita alle religioni precolombiane, separandole da Cristo e dalla Chiesa universale, non sarebbe un progresso, bensì un regresso. In realtà, sarebbe un’involuzione verso un momento storico ancorato nel passato».

In merito al rilancio di una Chiesa profetica in Amazzonia nella terza parte dell’ Instrumentum Laboris (Strumento di lavoro)  ci sono suggerimenti interessanti.
Ma la proposta al n. 2 del paragrafo 129 sui “viri probati”, circa “la possibilità di ordinazione di anziani, preferibilmente indigeni, sebbene abbiano già una famiglia costituta e stabile”, suscita una grave domanda: “perché non siamo capaci di suscitare le vocazioni? Perché non siamo capaci di suscitare l’entusiasmo per la donazione totale a Cristo nel cammino della verginità della vita consacrata e delle vocazioni sacerdotali?” Nella Chiesa cattolica di rito orientale presente nel Sud Italia, come nella Ortodossia, i preti si possono sposare, ma così non hanno risolto il problema della mancanza di vocazioni.

Con la forza dello Spirito siamo chiamati a suscitare l’ardore missionario di tutta la comunità che farà nascere persone vive e piene di passione apostolica nella famiglia, nella vita consacrata e nel sacerdozio ministeriale.

Un sinodo dei vescovi per l’Amazzonia rilancia per tutta la Chiesa, anche per il nostro vecchio occidente, l’annuncio della gioia del Vangelo e il fascino della sequela di Cristo nella lode al creato e nella costruzione di una Chiesa, fatta di fedeli laici e di persone consacrate che con entusiasmo costruiscono il regno di Dio. Anche nel campo della ecologia questo Sinodo è un grande fattore di cambiamento di rotta nei confronti della vita di tutto il pianeta per non tradire il grido dei nostri giovani.

Mons. Filippo Santoro
Arcivescovo di Taranto