29 febbraio 2020

“Querida Amazonia” parla anche all’Occidente

Intervista di Mimmo Muolo pubblicata su Avvenire del 29 febbraio 2020

“Questo documento mi ricorda la Evangelii nuntiandi di Paolo VI. Mai visto un approccio così kerigmatico di fronte a problematiche social”.
L’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, ha partecipato al Sinodo ed è stato 27 anni in Brasile come sacerdote fidei donum. Perciò può parlare della Querida Amazonia come un documento <dei due mondi>, dato che – sottolinea – <sarà utile non solo a quella regione, ma anche a noi, ad esempio in vista della Settimana sociale di Taranto>.

Qual è, dunque il nucleo di novità del testo nel magistero della Chiesa e di Francesco in particolare?
La novità di questa Esortazione Apostolica non sta in ciò che non dice sulla questione dei viri probati, ma in ciò che dice sulla problematica sociale, culturale ed ecologica dell’Amazzonia e sull’inculturazione della fede. In sostanza c’è da un lato un accento che echeggia l’ardore cherigmatico dellaEvangelii Nuntiandi, dall’altro – pur valorizzando i contributi delle scienze sociali ed ambientali -, l’Esortazione è sostenuta da uno sguardo contemplativo come la Laudato Si’. È evidente il richiamo a non ridurre la Comunità cristiana ad una Ong, ma a conservare un cuore evangelico che utilizza preziosi elementi di analisi socio-ambientale.

Eppure, gran parte del dibattito si è incentrata sulla questione dei viri probati.

Il Papa di proposito non entra in questa discussione, ma insiste nella battaglia al clericalismo e sulla necessità di suscitare nella Chiesa vocazioni entusiaste di giovani che decidono di donare la vita a Cristo. Invita anche <a essere più generosi, orientando coloro che mostrano una vocazione missionaria affinché scelgano l’Amazzonia>. E chiede di <rivedere a fondo la struttura e il contenuto sia della formazione iniziale sia della formazione permanente dei presbiteri, in modo che acquisiscano gli atteggiamenti e le capacità necessari per dialogare con le culture amazzoniche>.

Su questo punto qualcuno ha accusato il Pontefice di mancanza di coraggio. Altri hanno parlato di passo indietro. Lei che ne dice?

Ridurre il giudizio alla questione dei viri probati è un travisamento di ciò che più sta a cuore al Papa che è il grido dell’Amazzonia e l’urgenza di identificare un punto di partenza più comprensivo per il rinnovamento della vita della Chiesa in questa regione. In Querida Amazonia c’è un passaggio che illumina la discussione sul silenzio del Santo Padre in merito ai viri probati. Lo troviamo al numero 105: <Le autentiche soluzioni non si raggiungono mai annacquando l’audacia, sottraendosi alle esigenze concrete o cercando colpe esterne. Al contrario, la via d’uscita si trova per “traboccamento” (desborde nel testo spagnolo), trascendendo la dialettica che limita la visione per poter riconoscere così un dono più grande che Dio sta offrendo>. Un desborde di cui la Chiesa universale ha bisogno per non cedere alla tentazione di pensare che nella comunità le cose migliorino con supplenze, clericalizzando i laici. Afferma infatti il Papa: <Non si tratta solo di favorire una maggiore presenza di ministri ordinati che possano celebrare l’eucaristia. Questo sarebbe un obiettivo molto limitato se non cercassimo anche di suscitare una nuova vita nelle comunità>. La vera questione è suscitare l’ardore missionario di tutta la comunità che farà nascere anche le vocazioni.

Qual è dunque il vero cuore dell’Esortazione apostolica?
Querida Amazonia ha un forte contenuto profetico sia sotto l’aspetto della denuncia socio-ambientale, sia sotto l’aspetto ecclesiale. Da un lato si conferma la vicinanza della Chiesa agli oppressi, ai poveri , ai popoli dell’Amazzonia, alla loro terra depredata e snaturata, dall’altro il Papa mette in evidenza l’urgenza dell’annuncio del vangelo e specificamente del primo annuncio come risposta al grido della terra e dei poveri. In sostanza Querida Amazonia è una lettera d’amore in cui le ferite, il dramma e il mistero di questa terra e dei popoli che la vivono sono presentati come rilievi che si fanno ad una creatura amata perché i suoi sogni di rinascita si possano realizzare. Dice il Papa: <Imparando dai popoli originari, possiamo contemplare l’Amazzonia e non solo analizzarla>. Per questo sono citati anche poeti e scrittori latinoamericani e uno sguardo contemplativo caratterizza l’intero documento.

Che rapporto c’è tra i quattro sogni enunciati da Francesco?
Il primo sogno, quello sociale, è inseparabile dal sogno culturale ed ecologico. Qui si riprende in termini vivi la denuncia già fatta nel Documento Preparatorio al Sinodo e nel Documento Finale votato dai padri sinodali. Si manifesta una denuncia appassionata e dettagliata con urgenti iniziative da prendere a livello locale e planetario. E’ da notare il fatto che il quarto sogno, quello ecclesiale occupi quasi lo stesso spazio dei primi tre messi insieme: 50 numeri su 111. Al n. 62 si legge: <Di fronte a tanti bisogni e tante angosce che gridano dal cuore dell’Amazzonia, possiamo rispondere a partire da organizzazioni sociali, risorse tecniche, spazi di dibattito, programmi politici, e tutto ciò può far parte della soluzione. Ma come cristiani non rinunciamo alla proposta di fede che abbiamo ricevuto dal Vangelo>. Quindi per il Papa l’importante è non vergognarsi di Gesù Cristo e portare agli altri la sua proposta di vita nuova.

Alla Chiesa in Italia, e anche alla sua Taranto, che cosa dice di specifico questo documento?

La “cosmovisione amazzonica” ha molto da insegnare al mondo occidentale dominato dalla tecnologia molto spesso al servizio di una <economia che uccide> e della <idolatria del denaro>. Specie per noi a Taranto – dove un certo modello di sviluppo distrugge l’ambiente, la salute e il lavoro – anche la Querida Amazonia è un pressante invito a superare la monocultura dell’acciaio mettendo al centro la cura della casa comune ed il lavoro degno.

Come presidente del Comitato organizzatore, quali suggerimenti trarrà dall’Esortazione in vista della prossima Settimana Sociale?
Nella lotta per la giustizia e per l’ambiente spesso può sembrare più concreta la voce dell’analisi e dei programmi socio-politici, mentre si mette tra parentesi lo sguardo contemplativo che parte dalla fede. Invece questa Esortazione Apostolica rilancia per tutta la Chiesa, e quindi anche per il nostro vecchio Occidente, l’annuncio della gioia del Vangelo e il fascino della sequela di Cristo nella lode al creato e nella costruzione di una Chiesa, fatta di fedeli laici e di persone consacrate che con entusiasmo costruiscono il regno di Dio. Un forte segnale per un cambiamento di rotta e di stili di vita. Dunque, tutto questo sarà decisivo anche nella preparazione della 49° Settimana Sociale dei Cattolici Italiani che si terrà l’anno prossimo a Taranto.